E’ possibile che Enel Spa, la più grande azienda di servizio pubblico italiana, venda quote e riduca i suoi dividendi per finanziare un debito di più di 60 miliardi di euro che rappresenta 15 volte i guadagni netti ottenuti nel 2007. Le richieste di prestito dell’Enel sono aumentate lo scorso 21 Febbraio quando la compagnia ha deciso di pagare 11 miliardi di euro per ottenere una quota del 25% in Endesa SA, la più grande produttrice di energia idroelettrica spagnola, raggiungendo un controllo su di essa del 92%. Gli analisti della Morgan Stanley e della Credit Suisse Group credono che la compagnia italiana possa comunicare la riduzione dei dividendi e le ulteriori misure per aumentare la liquidità, in un incontro che avverrà domani.
Nel 2007 l’Enel comprò Endesa con il partner Acciona SA e così diventò la terza più grande produttrice di elettricità dell’Europa Occidentale ma anche la più indebitata compagnia di servizio pubblico. Ora tale decisione ha messo l’amministratore delegato Fulvio Conti davanti a una scelta: o più alti costi sul debito che possono rendere più difficile tenere testa ai competitors; o versamenti minori agli azionisti dopo che il titolo ha perso il 23% di valore. Stefano Perotto, un manager di fondi alla Nuovo Investimenti di Biella, ha dichiarato che al momento non può esserci una scelta che non danneggi gli investitori. Se, infatti, la compagnia deciderà di vendere quote, il titolo perderà ulteriore valore; se si deciderà per il taglio dei dividendi, gli investitori subiranno perdite comunque.