Per i teorici dell’investimento sicuro e a breve termine gli ultimi 18 mesi devono essere assomigliati ad un incubo.
Stretti tra bond diventati all’improvviso troppo rischiosi e rendimenti talmente bassi da coprire a stento i costi di investimento, i piccoli risparmiatori si sono dovuti adattare ad un ambiente scarsamente decifrabile, pericoloso e, nella migliore delle ipotesi, povero di stimoli. (more…)
15 April 2010
Investimenti sicuri a rischio in Italia
30 March 2010
Gli investimenti in Bond piacciono agli italiani
Mentre quello europeo lancia qualche timido segnale di ripresa, il mercato italiano dei bond bancari è ancora in difficoltà. Tra gennaio e marzo, secondo le stime preliminari di Dealogic aggiornate al 24 marzo, gli istituti di credito hanno lanciato nella Penisola solo 23 bond (il minimo dal primo trimestre 2006) con una raccolta di 7,1 miliardi che segna il terzo peggior risultato degli ultimi quattro anni. (more…)
13 March 2009
In cosa investono gli italiani?
Nell’audizione di fronte alla commissione straordinaria sul Controllo sui prezzi in cui si è affrontata la preoccupante frenata della concessione del credito, il direttore del Servizio studi di struttura economica e finanziaria della Banca d’Italia, Giorgio Gobbi, ha esposto anche gli ultimi dati sullo spostamento delle abitudini di investimento degli italiani. Le stime si riferiscono al periodo che va da settembre 2007 e settembre 2008, quindi solo parzialmente coincidente con la recente crisi e il momento di forte instabilità dei mercati finanziari, ma comunque evidenzia quali sono le preferenze in questo campo della maggioranza degli italiani. Nell’anno che intercorre tra i due periodi considerati si è assistito a un vero e proprio boom degli investimenti in strumenti bancari, volume d’affari che si è quasi triplicato, passando da 40 miliardi a 110 miliardi di euro. Giorgio Gobbi afferma che a partire dal settembre 2007 “le famiglie italiane hanno progressivamente concentrato i loro investimenti finanziari in strumenti emessi dalle banche (depositi a vista e a scadenza, pronti contro termine e obbligazioni). Sulla base dei dati rilevati nei Conti finanziari, nei dodici mesi terminanti a settembre – aggiunge Gobbi – questi investimenti hanno superato i 110 miliardi di euro, a fronte di importi attorno ai 40 miliardi registrati negli anni precedenti. L’incremento – ha precisato – e’ stato particolarmente forte per le obbligazioni, sulle quali le banche hanno corrisposto tassi di interesse superiori a quelli dei titoli di Stato con caratteristiche finanziarie simili”. Come è evidente il trend è destinato a continuare, sia per il minor rischio legato a questi strumenti finanziari che per la possibilità di ottenere rendimenti superiori a quelli dei Titoli di Stato che so sono ormai ridotti all’osso.
2 March 2009
I Tremonti Bond per ridare fiato al credito
Analogamente a quanto successo in altri paesi europei il Ministero del Tesoro italiano, tramite un decreto varato alla fine della scorsa settimana, ha istituito un sistema di prestiti alle banche italiane articolato sotto forma di sottoscrizione di obbligazioni, i cosiddetti “Tremonti bond”. Questi sono delle vere e proprie obbligazioni emesse dalle banche italiane quotate e che verranno sottoscritte dal Ministero del Tesoro, permettendo così alle banche una ricapitalizzazione con intervento statale in linea con le attuali leggi europee. La stessa UE, dopo un’attenta valutazione del provvidemento, ha dato il via libera. La cifra complessiva messa a disposizione dell’operazione è di 10 miliardi di euro. Le banche che scelgono di aderire si impegnano a pagare una cedola annuale compresa tra il 7,5 e l’8,5 per cento per i primi anni, destinata a crescere col tempo ma soprattutto si impegnano a favorire il credito alle imprese, soprattutto piccole e medie, e alle famiglie aumentando le risorse destinate a questo fine e prevedendo agevolazioni per chi si trova in una situazione critica, come la sospensione del pagamento della rata di mutuo per almeno 12 mesi (misure che già molte banche hanno preso autonomamente). Negli impegni figura anche l’adozione di un codice etico per scongiurare le operazioni speculative rischiose che mettono a repentaglio gli investimenti della clientela. Provvedimenti simili sono già stati adottati in altri paesi dell’Unione Europea dove, soprattutto in Francia, hanno ottenuto ottimi risultati.
20 October 2008
Investimenti sicuri
Se la borsa non ispira più fiducia e i titoli di stato a breve termine come i Bot non offrono rendimenti esaltanti cosa dovrà fare un investitore? La soluzione non è semplicissima e sicuramente nemmeno univoca; ognuno ha infatti le sue particolari esigenze che determineranno o meno la bontà di un’offerta. Una delle direzioni su cui puntare è quella dei titoli obbligazionari; alcuni mantenendo le alte garanzie dei titoli di questa categoria consentono di ottenere anche rendimenti intorno al 4% lordo. Per chi puntasse a qualcosa di più l’alternativa è vincolare il capitale per un periodo di 4-5 anni. Tra i titoli obbligazionari consigliati ci sono i bond governativi, facilmente vendibili anche prima della scadenza essendo quotati su mercati regolamentati. A seguire troviamo le obbligazioni sopranazionali che sono quanto di più sicuro in circolazione perché garantite da più stati Sovrani contemporaneamente, come quelle emesse dalla European investment bank (Bei). Unico inconveniente non sono quotati sui mercati regolamentari e venderli prima della scadenza potrebbe risultare difficile. Come d’altronde succede per i titoli societari, che se anche non garantiti da Stati sovrani godono di un merito di credito molto elevato. Qualche esempio di emittenti consigliate dagli esperti Electricité de France (Edf), Snccf, Land Northrein Westfalenn, tutte a partecipazione statale su cui si può quindi fare affidamento.
11 October 2008
Investire in Bond con giudizio
Dato il momento difficile delle Borse mondiali gli investitori sono preda in questi giorni di forti dubbi. Dove destinare le liquidità? Quale titolo è più sicuro? Il mercato obbligazionario offre sicuramente molta più stabilità di quello azionario, che soffre di forti e imprevedibili oscillazioni. Aspettando quindi che la bufera passi da molte parti si consiglia di rinunciare agli allettanti rendimenti dei titoli più rischiosi e accontentarsi dei tassi più bassi offerti dalle obbligazioni o Bond. Ma anche qui vanno fatte delle distinzioni, perché ci sono obbligazioni e obbligazioni. Il consiglio degli esperti è infatti quello di investire solo in titoli di Stato dell’area euro; vanno bene BTp, Bund e anche titoli sovranazionali come le Bei. Altra accortezza per l’investitore prudente è controllare che il bond su cui si investe non sia un subordinato. Sono una tentazione forte, perché hanno rendimenti superiori, ma in caso di fallimento dell’emittente il rimborso sarà subordinato al pagamento in via preliminare di tutti gli altri creditori.