Nomisma ha analizzato gli effetti che il recente taglio della Bce, che nelle parole del direttore Trichet non sarà l’ultimo, avrà sulle rate dei mutui a tasso variabile. La riduzione prevista è di circa 400/435 euro l’anno per una media di 35 euro al mese, se si prende come riferimento un mutuo di 125 mila euro a 20 anni. Questo risparmio interesserà di circa 2 milioni famiglie italiane, con un risparmio totale di 456 milioni che sommati ai precedenti arrivano a oltre 2 miliardi di euro in meno rispetto al massimo (Euribor al 5,39%) raggiunto ad ottobre. Ma l’azione sui tassi non è l’unica perseguita dai vertici delle Banche centrali europee che stanno mettendo a punto altri strumenti per fronteggiare la crisi con misure globali. Una della opzioni considerate è quella acquistare obbligazioni o titoli di stato dalle banche. Qualcosa di molto simile alla cura Tremonti per le banche italiane che negli scorsi giorni ha visto la prima Banca aderire. Tutto questo per rafforzare i patrimoni delle banche agendo sulla liquidità del mercato la cui carenza è instabilità ha messo fortemente in crisi gli equilibri negli ultimi mesi.
14 March 2009
5 February 2009
Invariati i tassi Bce
Dopo la riunione di oggi dei banchieri centrali europei il presidente dell’Eurotower Trichet ha annunciato che non sono stati decisi ulteriori tagli dei tassi; riepilogando quindi, quello minimo sul rifinanziamento principale resta al livello ultimo definito lo scorso 15 gennaio. Restano invariato anche i tassi sui depositi overnight e quello sui rifinanziamenti marginali presso l’istituto centrale di Francoforte, rispettivamente all’1,00% e 3,00%. La valutazione del Gotha dell’Economia europea non ha potuto che constatare che le previsioni di crescita al ribasso sono quelle più accreditate per l’Eurozona in questa congiuntura. Al momentaneo calo dei prezzi potrebbe infatti sopraggiungere una nuova risalita dell’inflazione durante il secondo semestre dell’anno in corso. Trichet ha inoltre espresso la possibilità che nuovi tagli da parte della Bce avvengano nel mese di marzo, specificando però che non saranno dello spessore degli scorsi, dato che percentualmente ci sono più possibilità che siano dello 0,25 piuttosto che dello 0,50. Insomma niente decisioni all’americana; per il momento in europa i tassi rimangono lontani dallo zero. Non completamente dello stesso avviso è invece la Banca Centrale Britannica, la BOE, che ha ulteriormente limato i tassi fino ad arrivare all’1%.