Mutuo a tasso variabile
Il mutuo a tasso variabile è quello attualmente più diffuso in Italia.
Le condizioni iniziali sono più vantaggiose rispetto a quelle del mutuo a tasso fisso ma è soggetto al rischio della variazione del tasso per tutta la durata del mutuo.
Il tasso di interesse è determinato dall'Euribor (Euro Interbank Offered Rate) e si ridetermina solitamente ogni tre o sei mesi.
Anche in questo caso al tasso del mutuo va aggiunto lo spread che sarà però fisso e determinato a seconda della durata.
Pregi del mutuo a tasso variabile...
Il pregio principale del mutuo a tasso variabile è che, generalmente, ha un impatto iniziale più basso rispetto ad un tasso fisso: a parità di importo erogato la rata sarà più bassa.
I fautori del mutuo a tasso variabile evidenziano come a lungo andare le variazioni tendano a neutralizzarsi, con periodi di picco in cui la rata effettivamente diviene pesante, seguiti a periodi in controtendenza in cui la rata scende a livelli molto bassi. Alla fine del piano di ammortamento la somma di interessi pagati rimarrebbe comunque al di sotto della soluzione del tasso fisso.
La verifica di questa affermazione è molto complessa perchè su di essa agiscono infatti una serie di fattori che sommandosi rendono poco chiara tutta la questione. Infatti l'andamento del mercato è poco prevedibile sul breve, figuriamoci su periodi di venti o trenta anni quale è la durata tipica di un mutuo a tasso variabile.
La lunga durata del piano di ammortamento del mutuo inserisce un altro fattore: se negli anni la retribuzione cresce ecco che la variazione in aumento della rata sarà comunque più sopportabile mentre quella in diminuzione renderà la stessa molto poco influente sul bilancio familiare
...e i suoi difetti
Il difetto principale dei mutui a tasso variabile è che le variazioni non possono essere ammortizzate se non previsto nel contratto (come i mutui capped rate o variabili nella lunghezza). Quando la rata sale si deve pagare e quindi impongono una certa cautela nel bilancio familiare, invitando ad una sorta di "risparmio forzato" nei periodi in cui la rata scende per controbilanciare le punte di risalita.
L'attenzione va quindi posta sul rapporto reddito-indebitamento: spesso le banche, in passato, hanno erogato mutui a tasso variabile non tenendo correttamente di vista (per vari motivi...) quanta parte del reddito veniva indirizzato al mutuo dalle famiglie: oggi la rata è ampiamente gestibile? Provate a considerare come ci comporteremo nelle fasi in cui salirà a valori pari anche al doppio!
Le condizioni iniziali sono più vantaggiose rispetto a quelle del mutuo a tasso fisso ma è soggetto al rischio della variazione del tasso per tutta la durata del mutuo.
Il tasso di interesse è determinato dall'Euribor (Euro Interbank Offered Rate) e si ridetermina solitamente ogni tre o sei mesi.
Anche in questo caso al tasso del mutuo va aggiunto lo spread che sarà però fisso e determinato a seconda della durata.
Pregi del mutuo a tasso variabile...
Il pregio principale del mutuo a tasso variabile è che, generalmente, ha un impatto iniziale più basso rispetto ad un tasso fisso: a parità di importo erogato la rata sarà più bassa.
I fautori del mutuo a tasso variabile evidenziano come a lungo andare le variazioni tendano a neutralizzarsi, con periodi di picco in cui la rata effettivamente diviene pesante, seguiti a periodi in controtendenza in cui la rata scende a livelli molto bassi. Alla fine del piano di ammortamento la somma di interessi pagati rimarrebbe comunque al di sotto della soluzione del tasso fisso.
La verifica di questa affermazione è molto complessa perchè su di essa agiscono infatti una serie di fattori che sommandosi rendono poco chiara tutta la questione. Infatti l'andamento del mercato è poco prevedibile sul breve, figuriamoci su periodi di venti o trenta anni quale è la durata tipica di un mutuo a tasso variabile.
La lunga durata del piano di ammortamento del mutuo inserisce un altro fattore: se negli anni la retribuzione cresce ecco che la variazione in aumento della rata sarà comunque più sopportabile mentre quella in diminuzione renderà la stessa molto poco influente sul bilancio familiare
...e i suoi difetti
Il difetto principale dei mutui a tasso variabile è che le variazioni non possono essere ammortizzate se non previsto nel contratto (come i mutui capped rate o variabili nella lunghezza). Quando la rata sale si deve pagare e quindi impongono una certa cautela nel bilancio familiare, invitando ad una sorta di "risparmio forzato" nei periodi in cui la rata scende per controbilanciare le punte di risalita.
L'attenzione va quindi posta sul rapporto reddito-indebitamento: spesso le banche, in passato, hanno erogato mutui a tasso variabile non tenendo correttamente di vista (per vari motivi...) quanta parte del reddito veniva indirizzato al mutuo dalle famiglie: oggi la rata è ampiamente gestibile? Provate a considerare come ci comporteremo nelle fasi in cui salirà a valori pari anche al doppio!
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