Con l’avvicinarsi della fine dell’anno, cresce l’interesse tra i lavoratori italiani riguardo alla gestione dei permessi maturati nel 2025.
La normativa italiana prevede regole specifiche che variano in base alla tipologia di permesso e alle disposizioni contenute nei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL) applicabili, elementi fondamentali per comprendere il funzionamento e la gestione di questi diritti lavorativi.
Non tutti i permessi godono della stessa disciplina. Esistono permessi legati a esigenze specifiche e permessi cosiddetti ROL (Riduzione dell’Orario di Lavoro), che rappresentano una forma di congedo strutturale maturato mese dopo mese e disciplinato dai CCNL.
Permessi legati ad eventi specifici, come quelli previsti dalla Legge 104/1992 per l’assistenza a familiari con disabilità, i permessi per lutto (tre giorni l’anno per il decesso di un parente entro il secondo grado), o i permessi studio (fino a 150 ore nell’arco di tre anni per esami scolastici o universitari), non sono accumulabili né monetizzabili. Questi permessi si azzerano al 31 dicembre senza possibilità di conversione in denaro, poiché la loro fruizione è direttamente legata al verificarsi di circostanze particolari. Se tali eventi non si presentano, i permessi non utilizzati semplicemente decadono senza lasciare residuali economici in busta paga. Nel nuovo anno, però, i dipendenti potranno nuovamente fruire di tali permessi nei limiti stabiliti dalla legge.
Al contrario, i permessi ROL, frutto di accordi contrattuali, hanno una gestione più complessa. Essi rappresentano una riduzione dell’orario di lavoro e sono maturati progressivamente ogni mese, permettendo al lavoratore di assentarsi senza perdita della retribuzione. Questi permessi compaiono in busta paga con il dettaglio delle ore maturate, godute e residue.
La scadenza dei permessi ROL non è uniforme: varia infatti in base al settore e al CCNL di riferimento. In alcune categorie, come l’artigianato (settori estetico, alimentare, abbigliamento), i permessi devono essere utilizzati entro il 31 dicembre dell’anno di maturazione, pena la loro liquidazione in busta paga nel mese di gennaio successivo. Regole analoghe si applicano a barbieri, parrucchieri e servizi di pulizia artigianato.
In settori come commercio, pubblici esercizi (Confcommercio e Confesercenti), edilizia industria e artigianato, cooperative, i permessi ROL possono essere fruiti entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello di maturazione. Contratti più flessibili, come quello della metalmeccanica industria, consentono di accumulare i permessi in un “conto ore” individuale con validità fino a 24 mesi, dopo i quali scatta la monetizzazione automatica. Nel comparto dell’autotrasporto industria e artigianato, invece, i permessi non goduti entro la fine dell’anno devono essere pagati entro aprile.
Esistono infine casi particolari, ad esempio nelle agenzie assicurative, dove i permessi non sono monetizzabili perché svolgono funzioni diverse dai ROL tradizionali.
Il trattamento economico dei permessi non goduti: come vengono calcolati e liquidati
Uno degli aspetti più rilevanti riguarda il destino economico dei permessi non utilizzati entro la scadenza prevista. Un punto fermo è che i permessi maturati non si perdono mai, ma vengono compensati economicamente.
Per i permessi ROL, il calcolo dell’importo da corrispondere è abbastanza lineare. Per i lavoratori con retribuzione oraria, si moltiplicano le ore residue per la paga oraria prevista dal contratto. Per chi percepisce uno stipendio mensile fisso, la retribuzione lorda mensile viene divisa per 26 (giorni medi del mese lavorativo) e successivamente per le ore giornaliere di lavoro, ottenendo così il valore di un’ora di permesso. Ad esempio, un dipendente con uno stipendio lordo di 2.000 euro mensili avrà un valore orario di circa 9,50 euro lordi.
L’importo corrispondente alle ore di permesso non godute viene automaticamente inserito nella busta paga del mese successivo alla scadenza contrattuale, senza necessità di alcuna richiesta da parte del lavoratore. Questo meccanismo si applica anche alle cosiddette “ex festività” non fruite entro i termini stabiliti dal CCNL, considerate come ore di lavoro retribuito aggiuntivo.

Rilevanza dei CCNL nella gestione dei permessi e aggiornamenti normativi (www.guidaeconomica.it)
La regolamentazione dei permessi, in particolare dei ROL, è affidata principalmente ai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro, stipulati tra organizzazioni sindacali e associazioni dei datori di lavoro. Questi contratti definiscono il numero di ore di permesso maturabili, le modalità di fruizione, le scadenze e le modalità di monetizzazione.
È fondamentale per lavoratori e datori di lavoro conoscere le specificità del CCNL applicato, poiché le differenze tra settore e settore possono essere significative e incidono direttamente sui diritti e sulle modalità di utilizzo dei permessi. Per esempio, il CCNL metalmeccanica industria consente una maggiore flessibilità rispetto a quello dell’artigianato.
Parallelamente, è importante ricordare l’evoluzione delle normative di riferimento, come la Legge 104 del 1992, che tutela i lavoratori con familiari disabili, garantendo permessi specifici non monetizzabili e non sostituibili.
Dal 1° gennaio 2025, l’INPS si occupa del procedimento di valutazione per la certificazione dello stato di disabilità, accorpando tale processo all’accertamento dell’invalidità civile, una novità che potrà impattare anche sulla fruizione e gestione dei permessi legati al sostegno di familiari con disabilità.
Tipologie di permessi e loro scadenza: quali si perdono e quali si monetizzano (www.guidaeconomica.it) 






